Fico d’India – origini
Conosciuto fin dall’antichità e originario dell’America centrale, si suppone che il fico d’india sia arrivato nel vecchio continente nello stesso periodo in cui Cristoforo Colombo fece ritorno dalla sua spedizione.
Tuttavia i primi scritti su questa pianta risalgono a circa mezzo secolo più tardi il 1535, per merito di uno storico e naturalista spagnolo, Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés che ne fece appunto una descrizione dettagliata di questa inconsueta pianta.
La sua diffusione è stata rapida, il fico d’india si diffuse velocemente conquistato tutte le zone temperate del Mediterraneo, infatti, anche nel nostro bel paese, non è difficile incontrarlo soprattutto nelle regioni più calde come Campania, Calabria, Puglia, Sardegna e Sicilia.
Fico d’India – caratteristiche
Pianta succulenta, il fico d’india può raggiungere anche i 5 metri d’altezza in un ambiente a lui favorevole.
Il fusto di questa pianta, è composto, da rami che assumo l’aspetto e forma ovali e la funzione delle foglie, i cladodi, chiamate comunemente pale, difatti svolgono la fotosintesi clorofilliana al posto delle vere foglie.
Anche se esistono varietà senza spine, i cladodi (pale) del fico d’india in genere ne sono pieni, lunghe dai 2 ai 4 cm di colore biancastro, si presentano ben piantate e disposte a gruppetti.
Le foglie di questa pianta sono molto piccole, di forma conica e lunghe appena qualche millimetro.
A forma di coppa e con bellissime tonalità di colore giallo-arancio, I fiori del fico d’india spuntano numerosi sui margini delle foglie ben esposte al sole. Il periodo di fioritura del fico d’india è quello primaverile da Aprile – Maggio.
I frutti sono bacche carnose, la cui grandezza e forma può variare a seconda delle varietà e dal periodo di crescita, di conseguenza il peso può variare da 150 a 400 g.
Anche il colore cambia a seconda delle varietà, come nella varietà sulfarina che si presenta giallo-arancione, mentre diventa rosso porpora nella varietà sanguigna e di colore bianco nella muscaredda.
Dall’ottimo sapore, specialmente se mangiati freddi, i frutti del fico d’india, sono commestibili.
Molto dolci e dotati di una buccia carnosa e spinosa, contengono un gran numero di semi, circa 300 per un frutto di medie dimensioni.
E’ una pianta molto rustica e resistente alla siccità, il fico d’india appartiene a quelle piante che sono definite di facile coltivazione, non avendo bisogno di particolari attenzioni.
Essendo una pianta originaria di zone calde, predilige luoghi soleggiati e molto caldi, anche se ben si adatta anche a luoghi temperati. Pur essendo molto resistente, il fico d’india teme il freddo e luoghi in cui la temperatura scende al di sotto dei 5 gradi.
È una pianta molto rustica che ben si adatta a qualsiasi tipo di terreno pur preferendo quelli leggeri o grossolani, senza ristagni idrici.
Il fico d’india è una pianta che non necessita di particolari concimazioni, volendo una volta l’anno possiamo dargli un aiuto con solfato di potassio nel periodo invernale tra novembre e gennaio.
Solo nel primo periodo di messa a dimora della pianta, poi si accontenta dell’acqua piovana.
La potatura serve sostanzialmente a contenere la pianta e ad impedire il contatto tra i cladodi, nonché ad eliminare quelli malformati o danneggiati, da eseguirsi preferibilmente in primavera o a fine estate.
Fico d’India – moltiplicazione e propagazione
La propagazione e moltiplicazione del fico d’india avviene per talea, si tagliano longitudinalmente in due parti i cladodi di uno o due anni, vengono poi lasciati essiccare per alcuni giorni e immessi successivamente nel terreno, dove radicano facilmente.
La moltiplicazione del fico d’india può anche avvenire per seme, ma a differenza del primo metodo risulta molto lunga e poco efficace dato che le piante cosi ottenute avranno caratteristiche differenti dalla pianta madre, di conseguenza raramente utilizzata.
Fico d’India – proprietà
Frutto dalle straordinarie proprietà, il fico d’india è ricco di vitamine, in special modo la vitamina C e minerali tra cui magnesio e potassio.
In particolare, il fico d’india contiene molte fibre, utili alla regolazione dell’assorbimento intestinale contrastando cosi il problema della stitichezza. L’apporto di potassio è apprezzabile, così come quello di antiossidanti.
Grazie alla presenza di ottime quantità di fibra viscosa, consumati regolarmente aumentano il senso di sazietà. Risultano utili anche per assimilare meno grassi e zuccheri e quindi particolarmente adatti per le diete.
Favoriscono inoltre la diuresi, riducendo il rischio di calcoli renali.
Simbologia
Aveva già un forte valore simbolico per gli Aztechi nell’antichità, il fico d’india simboleggia oggi la circospezione, per la sua forma e la presenza delle numerose spine sulle sue pale e proprio per la difficoltà nel cogliere i suoi frutti.
E’ un semplice fico d’India il frutto del futuro? Secondo gli esperti sembra proprio di sì.
Straordinarie caratteristiche nutritive e di adattamento renderebbero il frutto particolarmente adatto ad essere coltivato anche nelle aree più aride costituendo un alimento ideale per le popolazioni più povere del mondo. A renderlo noto è la Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, nel corso di un meeting.
Come riporta Scienze Notizie, il fico d’India si mostra particolarmente adatto a contrastare l’azione dei parassiti, può essere coltivato anche nei terreni più inospitali e mostra caratteristiche fisiologiche particolarmente utili.
Insomma, un alimento ideale per contrastare l’avanzare della desertificazione e la scarsità di cibo che entro il 2050 spingerà l’uomo ad affidarsi a prodotti sempre più ”virtuosi” come il fico d’India.
Proveniente del Messico, la pianta si è adattata alla siccità e mostra una spiccata resistenza al caldo proteggendo i liquidi dalla dispersione.
Ai vari vantaggi del fico d’India si aggiunge, inoltre, la capacità di assorbire quantità notevoli di anidride carbonica, costituendo un’ottima arma contro l’inquinamento atmosferico.
Ad essere consumate sono anche le foglie e i germogli; insomma una vera e propria arma per l’uomo del futuro
Il fico d’India appartiene al genere Opuntia che è il più rappresentativo della grande famiglia delle Cactacee comprendendo più di 300 specie.
Fico d’India – altre caratteristiche e proprietà
Sono piante dette “piante grasse” per la loro capacità di accumulare acqua nei loro tessuti e riuscire così a resistere a lunghi periodi di siccità.
Vengono anche chiamate “piante del deserto” perché si sono adattate a condizioni climatiche che farebbero morire qualsiasi altra pianta.
Infatti sopportano di giorno un calore elevato con alte temperature e di notte bruschi abbassamenti termici.
Una delle specie più conosciute e coltivare è il ficus indica cioè la pianta del fico d’India che si presenta come una pianta succulenta che può raggiungere i 5 metri di altezza.
Le pale fanno le veci delle foglie e assicurano alla pianta la necessaria sintesi clorofilliana.
Sono ricoperte da una cuticola cerosa che limita la traspirazione e posseggono numerose spine che scoraggiano i predatori.
Le spine sono raggruppate, lungo tutta la superficie della pala, nelle areole, circa 150 per pala, dove si trovano sia le spine lunghe uno o due cm che i glocidi spine sottili e piccolissime lunghe appena qualche millimetro.
I glocidi si staccano con facilità al minimo tocco ma anche per azione di un forte vento e si conficcano saldamente nella cute a causa dei minuscoli uncini di cui sono provvisti rendendo l’estrazione assai difficoltosa.
Dalle areole si generano gli altri organi della pianta del fico d’India cioè altre pale, i fiori e i frutti.
Quando le pale diventano vecchie, oltre i 4 anni di età della pianta, sono legnose e costituiscono il fusto mentre le pale giovani nascendo una sull’altra aumentano il volume e l’altezza della pianta del fico d’India.
Gli stomi di questa pianta, aperture situate sopra l’epidermide che consentono gli scambi gassosi fra il vegetale e il mondo esterno, si aprono di notte richiudendosi durante il giorno.Questo le permette di usufruire dell’umidità e della frescura notturna evitando il calore del sole.
Questa è una caratteristica del genere Opuntia al quale appartengono piante che essendosi adattate in zone desertiche devono ridurre al minimo la traspirazione a differenza delle piante di altre famiglie nelle quali gli stomi si aprono nelle ore diurne.
L’apparato radicale non scende molto in profondità, in genere non supera i 30 cm, per contro è però molto esteso.
I fiori compaiono sulla sommità delle pale di oltre un anno di età che possono portare anche una trentina di fiori ma il loro numero varia molto a seconda della posizione della pianta e del vigore della stessa.
Sono grandi e spinosi, ermafroditi, con numerosi stami e petali vistosi che possono essere di colore giallo, arancio o bianco a seconda della varietà.
Fioriscono in modo scalare dalla primavera all’estate e vengono impollinati dagli insetti.
Dai fiori fecondati si generano i frutti che sono bacche ricche di semi, carnose, di forma ovale tronca all’estremità con buccia della consistenza del cuoio ricoperta da un intrico di spine corte e sottili molto pungenti che si staccano con facilità.
Il colore della polpa può essere rosso, bianco o giallino a seconda della varietà.
Fico d’India – uso medico e cosmetico
Un tempo, il fico d’India, e in particolare i suoi frutti e le sue bucce, veniva dato in pasto ai maiali ed ai bovini, poi invece si sono scoperte le sue qualità per la nostra salute e i tanti benefici che derivano dal suo consumo.
Ricca di calcio, fosforo, potassio, sodio e inoltre contiene glucidi, componenti nitrogenati, fibre, vitamine dei gruppi A, B, C e K, clorofilla, riboflavina e proteine. Sono molti gli studi e le ricerche che affermano che il nopal è davvero ottimo per la salute delle persone, poiché aiuta il sistema endocrino, nervoso, immunitario, circolatorio, digestivo e respiratorio.
Inoltre, è molto indicato anche per l’uso esterno ed è utilizzato nella produzione di cosmetici, creme o trattamenti di bellezza sia per la pelle che per i capelli.
Sono stati creati anche saponi, shampoo, balsami, gel umettanti, lozioni, pomate, ombretti, ecc. a base di nopal. Nella medicina tradizionale viene usato per trattare le ferite o le bruciature lievi della pelle.
Può essere consumato in diversi modi: succhi, salse, in polvere, nei dolci, cotto, in insalate, marmellate, zuppe, combinato con cereali, frutta o altri cibi. In cucina il nopal è un ottimo contorno e le sue pale sono così tenere che possono anche essere cucinate marinate, per esempio.
È molto popolare anche nei frullati di frutta.
- Potente antibiotico: inibisce o blocca direttamente la crescita e lo sviluppo di diversi batteri. Le pale di nopal vengono utilizzate come cataplasma e hanno effetti benefici per la pelle, sia sulle ferite che in caso di infezioni.
- Tratta l’arteriosclerosi: questa infiammazione cardiovascolare causata dalla placca dei vasi sanguigni può essere trattata grazie a questa pianta, che è un eccezionale antiossidante e antinfiammatorio. Consumare regolarmente succo di nopal fresco o in polvere aiuta a prevenire la comparsa di questa malattia.
- Previene il cancro al colon: il nopal contiene molte fibre dietetiche, solubili e insolubili. Queste ultime assorbono l’acqua e fanno sì che gli alimenti passino più facilmente lungo il tubo digestivo. Inoltre, migliorano la digestione e si incaricano di diluire la concentrazione delle cellule potenzialmente cancerogene nel colon, prevenendo la comparsa di questa malattia.
- Aiuta a regolare il colesterolo: grazie agli amminoacidi, la vitamina B3 e le fibre, il nopal previene anche l’eccesso di zucchero nel sangue e la trasformazione dei grassi, per cui riduce considerevolmente il colesterolo “cattivo” e i trigliceridi. Elimina anche gli acidi biliari, che si trasformano successivamente in colesterolo.
- Migliora il lavoro del colon: grazie ai suoi componenti attivi, aiuta nella prevenzione dell’assorbimento di grassi e carboidrati. Mantiene bilanciato il livello di sangue e aiuta a controllare l’obesità. Il nopal contiene delle fibre che assorbono il glucosio diretto verso l’intestino mantenendo, quindi, questo organo pulito e in condizioni eccellenti.
- Regola il diabete: o meglio, il livello di zucchero nel sangue di chi è affetto da questa malattia. Grazie ai 18 amminoacidi presenti nella pianta, il corpo avrà più energia e la fatica si ridurrà, per cui anche i livelli di glucosio scenderanno. Rinforza il fegato e il pancreas e aumenta la sensibilità all’insulina, stimolando il movimento del glucosio verso tutte le cellule del corpo.
- Migliora la digestione: grazie alle vitamine del gruppo B (1, 2 e 3) e C, oltre al calcio, il potassio, il magnesio, il sodio e il ferro. Con il suo potere antiossidante, dà un’ottima protezione contro le tossine ingerite insieme al cibo e diminuisce gli effetti negativi dell’assunzione di alcol o di alcuni alimenti pesanti.
- Evita la stitichezza: le fibre contenute nel nopal aiutano la digestione, come abbiamo già detto, e quindi prevengono anche i problemi di regolarità intestinale.
- È un alleato contro l’obesità: grazie alle grandi quantità di fibre, aiuta a ritardare il processo di assorbimento degli alimenti e il passaggio degli elementi nutritivi nel sangue, facilitando anche la loro eliminazione. Permette che i liquidi arrivino più tardi al flusso di sangue, aiutando anche a diminuire la cellulitee la ritenzione idrica. Si raccomanda di consumarlo insieme ad altri succhi, come per esempio quello all’arancia: le fibre insolubili che possiede generano una sensazione di sazietà ed evitano di mangiare troppo. Come se non fosse abbastanza, regola anche il movimento intestinale per permettere di evacuare correttamente.
- Rinforza il sistema immunitario: questo è dovuto al fatto che il nopal contiene molte vitamine, soprattutto dei gruppi A, B e C. Apporta anche minerali e molti amminoacidi che aiutano a eliminare le tossine, disintossicare il fegato e annullare gli effetti nocivi dell’inquinamento, del fumo passivo, i problemi derivati dall’alcol, ecc. I suoi elementi fotochimici aiutano il corpo a difendersi dall’attacco di virus e batteri.
- Previene i problemi del sistema nervoso: aiuta a rilassarsi, ad avere uno stato d’animo migliore e può anche sconfiggere problemi di depressione o squilibri sentimentali.
- È un eccellente diuretico: il succo del nopal si usa per disinfiammare l’apparato urinario e ridurre i dolori ai reni o alla vescica.
Controindicazioni
È sconsigliato consumare fichi d’India a chi soffre di diverticoli, i piccoli semini di cui sono composti questi frutti, infatti, potrebbero andare a depositarsi nelle anse intestinali creando infiammazione e aggravando eventuali sintomi giù presenti. Meglio sempre inoltre non eccedere nel consumo di questi frutti per non avere effetti collaterali indesiderati di tipo gastrointestinale.